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L'inutile necessario, parola d'artista

testo a cura di Chiara Somajni foto di Gianni Troilo

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IngarDragset. A Berlino con la crisi non c'è stato un vero cambiamento perché dopo la seconda guerra mondiale non c'è mai stata un'industria. E' la città dell'inutilità.

Laura Favaretto. Il lavoro dell' artista è creare apparizioni. Per me la pressione a produrre negli anni del boom era molto faticosa: non era più possibile prendersi cura di un pensiero perché bisognava continuare a produrre oggetti. La rottura invece deve essere di progetto, non di oggetto. Occorre produrre pensiero, ed è impossibile farlo se si è in balìa del continuo cambiamento. Le mostre sono un'opzione, non possono essere l'unica. Io adoro la crisi che permette agli artisti di lavorare di nuovo su pezzi unici anziché su intere edizioni.

Elmgreen. Il tuo spirito non è migliore se hai meno soldi, le cose materiali non sono cattive per principio. E le cose cattive non migliorano se in giro ci sono meno soldi, anzi in genere le persone diventano più conservatrici. L'idea che se ci liberiamo delle cose materiali possiamo essere più nobili mentalmente non funziona, mi dispiace.

Jonas. Prima del boom gli artisti facevano arte pur guadagnando poco o niente. Con la crisi torneranno a fare quello che hanno sempre fatto.

Lindsay. Negli anni 80, quando facevo musica a New York, in europa c'era un sacco di supporto pubblico per l'arte d'avanguardia e la musica sperimentale; negli Usa una cultura capitalistica, tutto ruotava intorno ai soldi. ma c'erano cose interessanti da entrambe le parti.

Elmgreen. L'idea di arte inutile deriva forse da Adorno, dall'andare contro questa macchina di produzione di significato, di pensare in un modo diverso. E' un'adorabile posizione per l'artista. Ma oggi non puoi che essere uno strumento: per esempio fai un'arte che funzioni per il concept di una biennale, nella scena dell'arte, nei magazine e nelle colonne dei quotidiani. Non sei poi così inutile perché per lo meno sei materiale a basso costo per i media.

Daniel Birnbaum. Per un curatore è sempre molto importante la domanda su come "usi" o "abusi" degli artisti. Non li vuoi strumentalizzare per far dire loro qualcosa di specifico ai fini di una mostra, allo stesso tempo vuoi alcuni artisti proprio perché sai che sanno fare cose particolari, che corrispondono a qualcosa cui hai pensato. La funzione di un curatore d'arte contemporanea non è illustrare le proprie idee, i propri stupidi giochi linguistici, ma dare la possibilità agli artisti di esprimere i loro pensieri, desideri, sogni. Il massimo successo per un curatore è diventare invisibile.

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